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30 ore alla deriva: strappati alla morte dalla Guardia Costiera

Un imponente spiegamento di mezzi da parte della Direzione Marittima del Lazio, che ha coordinato unità SAR provenienti da più Comandi dipendenti (Anzio, Terracina, Gaeta e Ponza), due aerei ATR42 partiti dalle basi della Guardia Costiera di Catania e di Pescara, oltre ad un elicottero dei Vigili del fuoco proveniente da Ciampino.
Questo lo scenario che, sin dal primo pomeriggio di venerdì 23 luglio, ha visto le acque del basso Lazio venire solcate e scandagliate, per mare e per aria, alla ricerca di 3 persone che non
davano più notizie di se da mercoledì sera quando, dopo esser partiti per una battuta di pesca diretti verso l’isolotto di Palmarola, sembravano del tutto sparite e inghiottite dal mare.
I familiari dei tre naufraghi, provenienti da Sezze Romano (LT), si sono infatti rivolti alla Guardia Costiera di Anzio quando hanno visto che i propri cari, intenzionati a passare la notte in mare per poi rientrare giovedì mattina, sembravano invece essere spariti nel nulla. Telefoni spenti e nessun sistema radio presente a bordo del piccolo natante da 6,70 metri.

Una ricerca quindi particolarmente difficoltosa, in cui le uniche certezze erano il luogo di partenza e il presumibile luogo di destinazione. Ma, tra i due punti, decine di miglia marine dove evidentemente qualcosa era successo, e che andavano controllate metro per metro.

Le ricerche della Guardia Costiera non si sono mai interrotte, andando avanti per tutta la notte con aerei e motovedette che rientravano solo per fare rifornimento. Una area vastissima quella che si è dovuta scandagliare. Ma dopo aver assunto tutte le possibili informazioni dai parenti trepidanti in banchina, esser riusciti a tracciare l’ultima telefonata effettuata, svariate ore prima, e la cella che era stata agganciata, il cerchio si stava stringendo.

E quando alle 7.30 di ieri mattina è stata finalmente avvistata una piccola zattera, con i 3 a bordo sofferenti ed esausti ma ancora vivi, l’esclamazione che si è sentita via radio tra i soccorritori è stata piena di emozione “Evviva, li abbiamo trovati!”. Il natante era affondato per una via d’acqua diverse ore prima, e quella piccola zattera era rimasta la loro ancora di salvezza prima di essere definitivamente tratti in salvo dalla Guardia Costiera.

Emozionati e provati sono quindi giunti a bordo della motovedetta CP859 nel porto di Anzio dove, dopo aver lungamente ringraziato gli angeli del mare che li avevano salvati, hanno finalmente potuto riabbracciare i propri cari.

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