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Armatori e sindacati scrivono agli stati UE


Le organizzazioni armatoriali ECSA (European Community Shipowners' Associations) e International Chamber of Shipping (ICS) insieme alle organizzazioni sindacali European Transport
Workers 'Federation (ETF) e International Transport Workers' Federation (ITF), hanno scritto una lettera congiunta ai 28 Stati membri dell'Ue per sollecitare azioni collettive immediate per affrontare la crescente crisi umanitaria nel Mediterraneo che è ormai fuori controllo.

Dal 2014 migliaia di persone dall'Africa e dal Medio Oriente, imbarcandosi su natanti sovraffollati e non adatti allo scopo, hanno tentato la pericolosa traversata del mare per approdare in Europa.
ECSA, ETF, ICS e ITF hanno chiesto agli Stati dell'Ue di dare priorità assoluta all'aumento delle risorse destinate alle operazioni di Search and Rescue (SAR) nel Mediterraneo, tenuto conto dell'elevato e crescente numero di salvataggi potenzialmente pericolosi che vengono effettuati dalle navi mercantili.

Nell'ultimo anno oltre 40.000 persone sono state tratte in salvo da navi mercantili e più di 3.500 hanno perso la vita.
Il settore del trasporto marittimo - sottolineano ECSA, ETF, ICS e ITF - si assume pienamente le proprie responsabilità nel salvare chiunque sia in pericolo in mare, ma rimarca che è inaccettabile che la comunità internazionale faccia sempre più affidamento sulle navi mercantili e sui loro equipaggi per intraprendere un numero sempre crescente di salvataggi che sono di portata sempre più ampia.
Singole navi hanno dovuto salvare fino a 500 persone alla volta, con gravi rischi per la salute e il benessere dei marittimi, che non dovrebbero farsi carico di tali situazioni.

Le Marine militari e le Guardie Costiere di quegli Stati membri dell'Unione europea che sono in prima linea nel Mediterraneo hanno compiuto sforzi notevoli per affrontare il problema, ma, dato che la situazione sta peggiorando, l'industria dello shipping ritiene che ci debba essere un corrispondente aumento delle risorse finanziarie statali destinato alle operazioni SAR per far fronte a questa grave crisi umanitaria.
“In pratica ciò significa che tutti gli Stati membri dell'UE devono condividere l'onere finanziario, al fine di scongiurare la perdita di altre migliaia di vite umane”.

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