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Patto della salute 2014-2016

Riorganizzazione degli ospedali, aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), lotta agli sprechi, revisione dei ticket: sono solo alcuni dei punti qualificanti del Patto della salute per gli anni 2014-2016.
Il Patto, per il quale il 10 luglio scorso è stata sancita l’intesa tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle

prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. Il Patto precedente era stato siglato nel 2009 a valere per il trienno 2010-2012.
Il nuovo Patto vede la salute come investimento economico e sociale, con l’obiettivo di fronteggiare anche le nuove sfide: l’invecchiamento della popolazione, l’arrivo dei nuovi farmaci sempre più efficaci ma costosi, la medicina personalizzata.
Alcuni dei punti trattati:
Fondo Sanitario Nazionale
Per il 2014 lo stanziamento è confermato in 109,928 miliardi, salirà a 112,062 nel 2015 e a 115,444 nel 2016, salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazione del quadro macroeconomico. Il riparto delle risorse dovrà tenere conto dell’accordo sui costi e i fabbisogni standard, per i quali dovranno essere definite nuove modalità di pesature da definire entro il 31 luglio 2014.
Entro il 31 dicembre 2014 dovrà anche essere pronto un documento di proposte elaborato dal ministero della Salute, su cui dovrà esserci l’intesa Stato Regioni, contenente proposte per implementare “un sistema adeguato di valutazione della qualità delle cure e dell’uniformità dell’assistenza sul territorio nazionale”. Eventuali risparmi nella gestione del servizio sanitario nazionale effettuati dalle Regioni rimandano nella disponibilità delle regioni stesse per finalità sanitarie.
Umanizzazone delle cure
Il Patto, nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale, impegna le Regioni e le Province autonome ad attuare interventi di umanizzazione delle cure che comprenda, tra l’altro, un progetto di formazione del personale e un’attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente all’area critica, alla pediatria, alla comunicazione, all’oncologia e all’assistenza domiciliare. Il grado di soddisfazione dei cittadini sarà monitorato in maniera continuativa e omogenea tra le Regioni, così da consentire l’avvio di azioni correttive.
Ticket ed esenzioni
Il sistema della partecipazione alla spesa sanitaria e delle esenzioni dovrà essere strutturato in modo da evitare “che la partecipazione rappresenti una barriera per l’accesso ai servizi e alle prestazioni così da caratterizzarsi per equità e universalismo”. Il sistema, in fase di prima applicazione, dovrà considerare la condizione reddituale e la composizione del nucleo familiare. Successivamente potrà essere presa in considerazione la condizione “economica” del nucleo familiare.
I contenuti della revisione dovranno essere definiti entro il 30 novembre 2014.
Il nuovo sistema dovrà garantire per ciascuna regione il medesimo gettito previsto dalla legislazione vigente nazionale, garantendo comunque l’unitarietà del sistema.
Livelli essenziali di assistenza
Dovranno essere aggiornati entro il 31 dicembre 2014. Restano fermi i compiti e le funzioni già attribuite al Comitato per la verifica dei LEA, che dovrà avvelersi degli strumenti del Nuovo sistema informativo sanitario. Il mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali previsti dai Lea stabiliti per i direttori generali costituisce un “grave inadempimento contrattuale” per la quale si prevede la decadenza automatica dei direttori genereali.
Piano nazionale della prevenzione
Confermata la destinazione di 200 milioni annui, oltre alle risorse individuate a valere sulla quota di finanziamento vincolato per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Stabilito che il 5 per mille sulla quota vincolata per il Piano nazionale prevenzione sia destinato ad attività di supporto al Piano da parte dei network regionali dell’Osservatorio nazionale screening, Evidence-based prevenzione e Associazione italiana registri tumori.

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