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Antonio Tajani ottimista sulla “crisi di Panama”

Dopo giornate concitate che hanno visto l’agenzia per il raddoppio del Canale di Panama contrapporsi in un lungo braccio di ferro con il consorzio di imprese con capofila Sacyr (partecipato al 38% dall’italiana Salini Impregilo) è stato trovato un accordo preliminare sugli extracosti
stimati in 1,6 miliardi di dollari per completare i lavori di ampliamento del Canale di Panama. Per arrivare alla definitiva firma di un nuovo accordo occorre ancora tempo, con i cantieri e oltre 10mila addetti in attesa di riprendere il lavoro a pieno ritmo: ma per il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani le notizie che trapelano dal centro America sono positive, tutto lascia pensare che si possa concludere il nuovo accordo entro pochi giorni.

Determinante è stata l’azione della Commissione Ue che si è posta compatta ed univoca durante i giorni più difficili del contenzioso. Si va comunque verso quello che gli addetti ai lavori avevano previsto: le parti erano costrette a un’intesa, a partire dal fatto che le enormi paratie per le nuove chiuse costruite da Cimolai in base a un vecchio subappalto Impregilo si trovano in Italia e necessitano di almeno due anni tra progettazione e costruzione di nuove, nel caso il governo di Panama si fosse rivolto altrove per finire i lavori di raddoppio.

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