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Napoli Shoes

A sei mesi d distanza dalla nascita prende finalmente vita Napoli Shoes, la rete d’impresa del comparto calzaturiero. La rete d’impresa,  presentata ufficialmente al Micam di Milano, si prefigge l’obiettivo di ideare un brand unico per uomo e donna, il cui nome per ora è ancora
top secret e che sarà presentato alle prossime fiere di settore di Mosca (dal 15 al 18 ottobre) e di Shanghai (dall’11 al 13 ottobre), dove sarà presentata anche la prima collezione. Sono nove le aziende campane che produrranno le collezioni del brand: Francesco Benigno, Calpierre, Deimille, Gianni De Simone, 18kt, Franco Fedele, Lerre, Martin Clay e Tiffi.

 Entro l’anno altre richieste d’ingresso saranno valutate, in modo da raggiungere una quindicina di aziende fra cui due borsettifici e un guantificio. Caratteristiche fondamentali della produzione sono: artigianalità e alta qualità tutta Made in Italy.
A comporre la rete tutte aziende con una lunga storia alle spalle, già presenti sul mercato italiano a partire dagli anni ’20,  tra le migliori in Campania, già produttrici di alcuni dei più importanti brand di lusso a carattere internazionale.

È per questo motivo che hanno scelto di unire tutte le loro risorse nonché il loro storico know how, per iniziare a produrre con un unico brand le collezioni sia da uomo che da donna, esportando all’estero una delle realtà italiane più importanti del mercato della moda. A sostenere il progetto, coordinato da Giancarlo Senese, docente di Economia aziendale presso l’università di Napoli è anche la Regione Campania si occuperà dei processi legati all'internazionalizzazione dell’iniziativa, mentre la comunicazione è affidata a Barbara Di Feo della Purecom srl. I mercati di riferimento iniziali saranno Russia, Cina e Usa.

 Ulteriore obiettivo della rete l’apertura di propri negozi in Italia e all’estero. “Abbiamo il vanto di essere stata la prima rete in Italia -sostiene il presidente, Pasquale Della Pia- sfatando il tabù di essere primi questa volta in positivo e non in negativo come purtroppo spesso accade nella nostra città".

Eduardo Cagnazzi

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