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Green Tecnology nelle nuove navi made in Italy

Coniugare crescita economica e rispetto ambientale è una priorità ormai riconosciuta a livello globale: questi principi sono stati recepiti ormai da tutte le industrie dei paesi più avanzati. Questo discorso vale anche per l’industria navalmeccanica dove la nostra Fincantieri è all’avanguardia
nella “green tecnology”.
Basti pensare alle moderne navi da crociera che rappresentano il “core business” principale dell’azienda triestina. Questi giganti raggiungono le mete più pittoresche del nostro Pianeta dove spesso l’ecosistema è molto delicato. Quindi il rispetto dell’ambiente e la capacità di ridurre al minimo l’impatto sulla flora e fauna marina dalla presenza di simili unità sono dei principi fondamentali su cui basare i nuovi progetti.

Oggi l’attenzione è al massimo riguardo questi aspetti; se restiamo nel nostro Paese possiamo citare l’infinita polemica sull’impatto delle navi da crociera nel delicato ecosistema della Laguna Veneta. Infatti tutte le navi da crociera di ultima generazione applicano i più moderni sistemi per ridurre le emissioni in acqua ed in mare, mentre questo problema si pone per le navi più vecchie ed obsolete che sono state realizzate con tecnologie ormai superate.

I tecnici Fincantieri, perciò, studiano quotidianamente come ridurre l’impatto ambientale della nave in costruzione, in esercizio e durante la sua manutenzione. E’ ormai un imperativo assicurare l’accesso e la piena operatività delle navi da crociera anche in aree “protette” e ad elevata “sensibilità ambientale”. Le innovazioni applicate alle moderne “green ships” sono le seguenti:1) adozione ed applicabilità di pitture non tossiche al silicone; 2) abbattimento emissioni in aria di impianti di potenza ed incenerimento; 3) trattamento acque grigie.

Inoltre dobbiamo ricordare che le navi da crociera di ultima generazione sono state concepite per il “cold ironing”: grazie a questo sistema è possibile spegnere i motori in banchina e far alimentare la nave da terra, ma per il momento pochi terminal sono attrezzati per questo servizio che riduce le emissioni delle navi ferme in porto.

Matteo Martinuzzi





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