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Scenari immobiliari


Non arretra, ma avanza poco. Questo l'andamento del mercato immobiliare dei principali Paesi europei nel primo semestre del 2013; un andamento che lascia ben sperare per i prossimi mesi, soprattutto se si attenueranno i venti di crisi degli ultimi anni e crescerà la fiducia delle famiglie e degli investitori. A fine 2013, comunque, il fatturato complessivo è stimato in circa 615 miliardi di euro, con un incremento dell'1,4 per cento rispetto allo scorso anno. La fetta più importante spetta alla Germania, con il 29 per cento, mentre l'Italia è al 19 per cento con un fatturato previsto in 115 miliardi di euro.

Ma le previsioni sul secondo semestre, pur se leggermente positive, sono legate al miglioramento dell'economia complessiva e ad una maggiore fiducia delle famiglie e delle imprese. Sono alcuni trend diffusi da Scenari Immobiliari e che confluiranno, con il quadro previsto per il 2014, nell'Outlook che sarà presentato al ventunesimo Forum di Santa Margherita, che si terrà nei giorni 13 e 14 settembre.

Il residenziale mostra un andamento differenziato a seconda dei Paesi e dei segmenti di mercato e con uno squilibrio tra prezzi e reddito disponibile sempre più accentuato in molte nazioni. La riduzione dei redditi delle famiglie, accompagnata dalle perduranti difficoltà di accesso al credito, hanno un impatto pesante sulla domanda. Nel complesso i valori nominali degli immobili sono stabili. Il settore uffici mostra una discreta tenuta, anche se l’incertezza sull’euro e l’inasprimento fiscale, soprattutto nell’Europa del Sud, hanno un impatto pesante sul mercato del lavoro e frenano la ripresa.

Dopo alcuni anni di crisi più grave rispetto agli altri comparti, nell’ultimo semestre i mercati immobiliari industriali hanno mostrato una lieve ripresa, anche se l’atteggiamento di affittuari ed investitori continua ad essere dominato dalla prudenza. La domanda è in aumento in numerosi mercati, soprattutto con riferimento ai prodotti primari e alle superfici di medie dimensioni. Ancora in sofferenza, invece, le aree secondarie e gli spazi più grandi, per i quali la domanda continua ad essere modesta. Il brusco arresto dell’attività edilizia in corso dal 2008 ha causato in alcuni mercati uno squilibrio tra domanda ed offerta, con conseguente pressione sui canoni di locazione.
 Eduardo Cagnazzi

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